PROBLEMA AFFRONTATO

Gli eventi climatici estremi sono notevolmente aumentati negli ultimi anni. Ciò indica chiaramente che il cambiamento climatico è già una realtà e il suo impatto molto probabilmente metterà alla prova la qualità della vita nelle nostre città.

Negli ultimi 15 anni, la frequenza e l’intensità delle ondate di calore sono aumentate in tutta l’UE, aggravando così altre sfide, come:

  • il consumo di energia per il raffreddamento con conseguenti emissioni di CO2
  • la salute pubblica direttamente e aumentando il carico di inquinamento atmosferico
  • la capacità di lavorare con conseguente minore produttività
  • la possibilità di utilizzare gli spazi pubblici vincolando così la vita sociale, la durabilità delle infrastrutture.

Questi impatti diretti e indiretti sfidano l’economia e la qualità della vita. Si prevede che le città europee, costituite attualmente dal 73% in numero di abitazioni, a più dell’80% entro il 2050. Urban Heat Island (UHI), il fenomeno che determina l’aumento della temperatura nelle dense aree urbane rispetto alle aree rurali, si sta aggravando.

Urban-heat-island-effect

La combinazione di questi due importanti fenomeni porterà nei prossimi decenni a temperature sempre più elevate all’interno degli edifici, soprattutto in quelli esistenti con bassi livelli di energia. Di conseguenza, si verificheranno problemi di benessere e salute soprattutto per le persone più deboli e svantaggiate (anziani e malati).

L’intenso utilizzo della climatizzazione degli edifici e le conseguenti emissioni di gas serra (GHG), conseguenza del surriscaldamento di città ed edifici, contribuiranno ad aumentare l’emergenza climatica: servono strategie di adattamento e mitigazione per fermare questo “circolo vizioso” climatico.

Il patrimonio edilizio effettivo e il potenziale climatico di ristrutturazione.

La domanda di energia per il condizionamento dell’aria negli edifici residenziali è particolarmente correlata alla quantità di superfici dell’involucro direttamente esposte al sole. Le tecnologie di copertura, direttamente esposte al sole, hanno un forte impatto sulle esigenze di raffreddamento degli edifici. Attualmente, circa il 45% degli edifici dell’UE sono costruiti prima degli anni novanta e quasi il 75% del patrimonio edilizio è inefficiente dal punto di vista energetico, mentre il tasso di ristrutturazione è molto limitato. Il settore delle costruzioni edili è uno dei settori europei con i maggiori impatti sul clima. Gli edifici sono responsabili di circa il 40% del consumo energetico, del 36% delle emissioni di CO2 nell’UE e l’84% della domanda di energia per il riscaldamento e il raffreddamento degli edifici è ancora generata da combustibili fossili. Pertanto, la ristrutturazione di edifici esistenti insieme alla progettazione di nuovi edifici ha un grande potenziale di adattamento urbano contro la sfida del “calore”.

Molte città in Europa stanno già lavorando a strategie di mitigazione del cambiamento climatico, ma è anche vitale e urgente sviluppare strategie per adattare le città agli impatti inevitabili del cambiamento climatico. La vulnerabilità ai cambiamenti climatici nelle città è spesso il risultato di azioni umane come una progettazione inadeguata degli edifici o altri comportamenti che aggravano l’impatto del cambiamento climatico. L’adattamento urbano è un approccio sistemico che mira a cambiare il design e le strutture urbane, parte integrante dello sviluppo e della rigenerazione della città. Tuttavia, il livello di consapevolezza dell’adattamento deve ancora essere migliorato. Le città, soprattutto quelle più piccole, spesso mancano della capacità o delle risorse per accedere alla conoscenza e selezionare gli strumenti più appropriati già disponibili.

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